Le antiche culture dell’umanità sostenevano che l’anima non nascesse insieme al corpo, ma che entrasse in esso quaranta giorni dopo. Nel mio caso, c’è voluto un po’ di tempo in più…
(Giusy Musso – “Nata a Quarant’anni” – ©2023 Gruppo Editoriale Terre Sommerse – Roma)
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C’è stato un tempo, non molto lontano, in cui nel freddo dell’inverno, nella notte tra il primo e il due di febbraio, i paesi venivano illuminati dalle fiammelle di migliaia di candele, appena benedette durante la funzione sacra della Candelora.
La luce della fede e il calore di viverla insieme ai propri concittadini era forte fino a qualche decennio fa, poi qualcosa ha diluito quei forti sentimenti, quella devozione, quella voglia di unirsi nella celebrazione delle tradizioni sacre che ci portavano un po’ più in alto del mero mondo materiale in cui siamo invischiati oggi.
Gennaio è un mese di stasi, in cui anticamente si attuava quello che era chiamato l’ozio forzoso: quel riposo necessario a conservare le energie, stringersi attorno al focolare insieme alla famiglia, proteggere e… attendere. Sapete cosa? Si attendevano ispirazione e illuminazione! Pensate che meraviglia! Pensate quanto abbiamo perduto oggi di quelle antiche tradizioni che ci mettevano in armonia con tutto il creato: nel freddo dell’inverno, il ritirarsi in casa e staccare la spina dalle attività frenetiche era visto come il momento perfetto per stare in comunione con Dio e ricevere intuizioni attraverso i suoi messaggi.
Dopo il riposo di gennaio, ecco che il 2 di febbraio la festa della Candelora spazzava via le tenebre con la suggestiva benedizione delle candele (simbolo della nascita della coscienza), a dimostrare che anche davanti alla più piccola fiammella di candela, l’oscurità è costretta ad arretrare. Come in altre culture antiche, anche nella nostra tradizione cristiana, la Candelora cade esattamente 40 giorni dopo il Natale e celebra il giorno in cui Gesù venne presentato al Tempio e al Profeta Simeone che lo benedisse e lo consacrò come Luce del mondo.
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Avrete notato che non ho dato mie notizie per un po’ e che non sono più stata in giro a fare e organizzare mille cose… l’ho fatto proprio perché ho voluto seguire i ritmi che la saggezza antica ci suggerisce: ho staccato la spina, ho atteso e adesso le prime luci hanno già iniziato a risplendere nell’oscurità. Tra le belle notizie arrivate in questi giorni, come potete vedere dalla citazione all’inizio di questo articolo, il mio primo libro ha trovato il titolo adatto (“Nata a Quarant’anni” che è effettivamente la frase che può condensare quella che è stata ed è l’avventura della mia vita) e, finalmente, l’editore giusto: il Gruppo Editoriale Terre Sommerse di Roma. Questo mi riempie di gioia e non vedo l’ora di stringere il mio libro tra le mani e di poterlo presentare a tutti coloro che avranno il piacere di leggerlo.
Per questo e per altre belle novità che ancora non rivelo, mai come quest’anno desidero celebrare quest’antica e bellissima festa che, guardate il caso, cade proprio all’inizio del mese in cui sono nata… sarà come festeggiare il mio compleanno per tutto il mese invece che per un solo giorno.
I cibi tipici di questa festa sono i latticini e il miele (non per niente miele e formaggi si sposano tanto bene in cucina) e io intendo onorare questa bella tradizione anche sulla mia tavola: comprerò del buon pane di paese, dei formaggi locali sia freschi che stagionati, verserò sopra il mio buonissimo miele di fichi fatto in casa (che, per chi volesse, si può acquistare qui presso il mio B&B La Casa di Evita – info WhatsApp al num. 3897969514) e mi siederò a lume di candela a gustare questi meravigliosi cibi sacri, ringraziando per ogni lucina che si è accesa a rischiarare il mio cammino e ad illuminare i miei sogni trasformandoli in splendide realtà.
Buona domenica a tutti
Giusy