Ho cercato di spiegare ai miei genitori che la vita è uno strano regalo. Da principio la si sopravvaluta, si crede di aver ricevuto la vita eterna. Poi si sottovaluta, la troviamo marcia, troppo corta, si è quasi pronti a buttarla via. Alla fine ci si rende conto che non è un regalo, ma un prestito. Allora si cerca di meritarselo
(Eric-Emmanuel Schmitt – “Oscar e la dama rosa”)
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Ieri pomeriggio, presso il nostro amato Vicolo dei Fiori (via Lanza), abbiamo celebrato la prima edizione della Festa degli Angeli di Carini per commemorare tutti i bimbi della nostra città prematuramente scomparsi.
Negli anni ho conosciuto diverse famiglie devastate dal dolore inconsolabile di aver perduto un figlio e ciò che mi ha profondamente colpita in queste persone è stata la loro solitudine. Si parla sempre tanto di sociale, le nostre vite sono governate da quelli che chiamiamo “social network” ma al momento di dimostrare solidarietà e sostegno a chi ha subito una perdita e un dolore così grandi, tutti spariscono? Perché? Come è possibile che proprio a chi ha più bisogno non venga dato supporto morale? Non potevo restare sorda a questo richiamo d’aiuto tanto silenzioso quanto deflagrante?

Così ho deciso di organizzare questo evento all’improvviso. Come tutte le cose fatte all’ultimo minuto, chiaramente non sono riuscita a coinvolgere tutte le persone che avrei voluto, come un sacerdote che fosse presente per benedire le anime di questi angeli volati in cielo e il cuore martoriato delle loro famiglie, ma l’esigenza di farlo è stata più forte di tutto, sia per me che per le mamme che hanno voluto ricordare i propri figli all’interno di un momento d’incontro con altri… e così, l’evento improvvisato è diventato una serata carica di emozione, umanità e solidarietà, accompagnata dalla musica struggente e bellissima del violino del Maestro Salvo Munafò.

Ci siamo tutti tenuti vicini nel ricordo dei nostri piccoli angeli: Asia, Gabriele, Antonino, Giusy e tutti gli altri di cui non conosciamo il nome e la storia, ma a cui mandiamo tutte le benedizioni possibili. I genitori hanno avuto modo di comunicare pensieri ed emozioni, di ricevere un abbraccio da chi condivide e comprende il loro stesso dolore, ma anche da altri la cui empatia era lì a tendere una mano, a dire una parola di conforto, ad abbattere le porte dell’isolamento per scacciare freddezza e buio e far entrare luce e calore.
“Dove due o tre sono riuniti nel Mio nome, Io sarò in mezzo a loro” dice Gesù, e così è accaduto ieri durante la celebrazione: è vero, non c’era un sacerdote, ma le nostre preghiere sono state così forti e intense da darci la pelle d’oca e commuoverci tutti. Abbiamo pregato, inviato benedizioni e cantato in onore a questi bambini e tutto questo, seppure nell’impossibilità di consolare, ha portato un po’ di conforto alle famiglie rimaste orfane dei loro bambini.


Se cancellare un dolore immenso è impossibile, è invece possibile… anzi, oserei dire doveroso, alleviare la sofferenza con la presenza, con l’invito alla vita attiva, perché se è vero che nessuno si salva da solo, come titola il celebre romanzo di Margaret Mazzantini, è altrettanto vero che ognuno di noi può salvare qualcuno e, a sua volta, essere salvato. Inoltre fare attivamente qualcosa per aiutare gli altri può dare una ragione di vita a chi l’ha persa, può sublimare il dolore nel sentirsi utili per gli altri e attivare quei benedetti circoli virtuosi capaci di compiere dei veri e propri miracoli.
Non so dirvi la gioia che ho provato stamattina quando ho parlato con queste mamme che mi hanno detto quanto stamattina si siano sentite diverse grazie a quella solidarietà che hanno sentito ieri sera e che è stata come una luce di speranza che si è accesa in fondo al tunnel in cui si trovavano. Basta così poco a volte… basta dimostrare e vivere quell’umanità per cui ci chiamiamo esseri umani. Per qualcuno può sembrare difficile, ma credetemi, è più difficile andare contro natura ed essere disumani, chiudendosi in una dimensione che non porta soddisfazione e gioia né a noi stessi, né ad altri.

Per me questo evento è stato il primo di una lunga serie che porterò avanti da ora in poi con il Comitato Cittadino “la Carini che vorrei”, quindi, oltre a ripetere la Festa degli Angeli di Carini anche nei prossimi anni, alla fine di questo mese, per la festa dei morti, stiamo realizzando un evento dedicato a bambini e famiglie, con laboratori esperienziali, dolci, palloncini e narrazioni che recuperino la memoria storica sia delle nostre tradizioni in generale che, in particolare, di quella di ogni famiglia che vorrà partecipare e rendere partecipi le generazioni future. Siete già tutti invitati e ogni partecipazione, ogni contributo sarà prezioso nell’ottica di creare nella nostra città quella dimensione fatta di bellezza, solidarietà e umanità che desideriamo.
Grazie a chi c’è stato
Grazie a chi vorrà esserci per le prossime volte
Grazie a chi, da lontano come da vicino, ha condiviso le proprie emozioni e ci ha insegnato il valore della comunità.
Vi lascio con la bellissima canzone “Esseri Umani” di Marco Mengoni.
Un abbraccio
Giusy