Carini, in una via che sembra buona solo al passaggio per uscire snellamente dal suo centro storico, si mimetizzano, quasi a volersi far vedere solo da occhi pronti, gioielli storici e storie che narrano voglia di riscatto e possibilità di cambiamento.
Corso vecchio, oggi via Roma, linea tangenziale di collegamento con la piana di Carini e arteria principale in cui si affaccia l’età moderna, ci consente un viaggio meraviglioso pregno di storie che narrano la capacità di uomini e donne di lasciare un segno, carico di significanti aspirazioni che illuminano nel segno della bellezza.
Allora, basta rallentare, per incrociare lungo la via un tesoro, scolpito a mano, che aspira con i suoi stucchi dorati a raccontare attraverso il suo tema iconografico la vita della Vergine Maria.
Così, la Chiesa degli Agonizzanti, sita lungo la via Roma è un grogiuolo di opere meravigliose che ammaliano e ti rapiscono, dove il suo interno ci riporta agli stucchi serpottiani.
Una chiesa-oratorio con la vocazione a raccontare, quando il racconto si faceva per immagini ed il suono riproduceva la preghiera, e la bellezza si fondeva con la salvezza.
Ma la salvezza si raggiunge in tanti modi, così sempre percorrendo, lentamente, il Corso vecchio è possibile incontrare al civico 27, la trama di una vita vissuta per la musica, quando il riscatto avveniva attraverso l’esercizio del proprio talento.
Vido Musso nacque il 25 gennaio 1913, a Carini, in Via Roma, ed emigrò in America quando aveva solo 7 anni.
Proprio da Carini gli fu spedito il suo primo clarinetto, frutto di una colletta organizzata dallo zio paterno, che gli consenti di iniziare a studiare il linguaggio della musica, che lo porterà ad essere scritturato dalle maggiori orchestre swing dell’epoca, salvandosi e riscattandosi.
Questa è via Roma, una via, un luogo di passaggio, una linea tangente che è sorprendente, solo se ti fermi con la mente, rallenti ed osservi scrupolosamente, e ti accorgi miracolosamente che la storia di una città fa perno anche qua.