In una giornata apparentemente comune, avvolta dalle mille faccende della vita quotidiana, ho ricevuto un dono inaspettato che avrebbe trasformato il mio Natale in qualcosa di straordinario: il Bambin Gesù, un’opera d’arte che emanava bellezza e serenità.
Pulendola con cura, ho deciso che sarebbe diventata il fulcro di un presepe unico, creato con le mie mani e arricchito da oggetti, raccolti nel corso degli anni e utilizzati tradizionalmente per decorare la scena natalizia del presepio.
Una volta sistemato il Bambin Gesù e posizionati gli altri personaggi intorno a lui, mi sono resa conto di una evidente discrepanza nelle dimensioni.
Il bambino nel fasciatoio sembrava circondato da figure notevolmente più piccole, creando un’apparente disarmonia visiva e privando i personaggi del loro significato.
Questa incongruenza di dimensioni ha attirato la mia attenzione e ha scatenato in me una riflessione.
Il presepe, ho capito, non è solo una rappresentazione plastica della natività; è un simbolo che trasmette un messaggio profondo, ricco di significato.
La grandezza di Gesù al centro della scena va oltre le dimensioni fisiche, invitandoci a cogliere l’essenza intima e autentica della sua storia e dei suoi insegnamenti.
La scena statica si trasforma così in un racconto dinamico, dove le altre figure, rappresentano la connessione e l’interazione tra tutti e tutto.
Questa riflessione è necessaria in un periodo in cui il semplice “Buon Natale” sembra non bastare più a riempire i nostri cuori.
Sembra davvero che tutto si stia allontanando da noi: persone, concetti, simboli e il loro significato, tutto divorato da un senso generico di indifferenza verso un mondo che fatica a sembrare reale o in cerca di autenticità, dove la sopravvivenza ha preso il sopravvento sulla vera essenza del vivere.
Mentre cerchiamo di prolungare la vita, ci ritroviamo a percorrere la stessa su un sentiero piatto, arredato da paura, disinteresse e superficialità, dove l’unica vivacità si conserva nell’artefatta colorata pubblicità.
Eppure, il contrario di tutto ciò era con noi proprio ieri, nel calore del Natale che univa, preparava e colorava ogni cosa, rendendo tangibile una gioia che si poteva percepire nell’aria stessa.
Così, il mio presepe, in conclusione, supera la disarmonia apparente, dove ogni statuetta, grande o piccola, contribuisce a creare un insieme armonioso. Proprio come il messaggio schietto che il Natale porta con sé ogni anno:
“Perché dopotutto è bello, la mattina di natale svegliarsi e sentirsi, in fondo, un bambino”!
Profondamente, Buon Natale a tutti voi!